Jack Savage

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Jack Savage
Jack-Savage

Jack Savage è un fotografo d’arte e artista concettuale nato a Northampton, in Inghilterra. (1980). Ha studiato alla Nottingham University e ha conseguito un Master in American Studies and Film. Savage nelle sue opere esprime “la sua anima inconscia”, ottenendo riconoscimenti e consensi internazionali, con conseguenti diversi prestigiosi premi internazionali, tra cui il primo posto in particolare – The Pangea Prize da Siena Photo Awards 2017, 1 ° posto da The Chromatic Awards 2017, Oro da The Shatto Gallery – Los Angeles , Fotografo dell’anno da The Spider Awards 2020 – Beverly Hills California, Silver da Moscow Foto Awards 2020, argento da PX3 – Prie de la Photographie 2019 e Gold da Tokyo Foto Awards negli anni consecutivi 2018, 2019. Negli ultimi anni, ha esposto le sue opere a livello internazionale, in paesi come Italia, Francia, Grecia, Romania, Germania, Stati Uniti e in tutto il Regno Unito.

Analisi critica della “Contemporary Photographic Street Art” (2020-2021)

In questa serie Savage mette in mostra il proprio lavoro all’interno di generi fotografici misti – ritratti in studio, pittura e graffiti – creati come celebrazione contemporanea del suo amore per la street art degli anni ’80, unito ad una certa dose di estetica da Film Noir. Le opere di artisti come Richard Hambleton, Keith Haring e Jean-Michel Basquiat ispirano queste opere d’arte contemporanea.
La sua intenzione è quella di produrre un nuovo marchio di arte psichedelica con influenze miste del Film Noir, utilizzando una tavolozza colorata per trasformare la ritrattistica in studio, in qualcosa nuovo e visivamente d’impatto.

Qui la sua macchina fotografica e le abilità di post-elaborazione digitale agiscono come un pennello, aggiungendo strati su strati di colore, consistenza, inchiostro, pittura, acrilico e penna, insieme a luci e ombre. Il lavoro esprime anche un’inclinazione criminologica – un proseguimento del suo precedente lavoro di fotografia e composizione di Film Noir contemporaneo, che rappresenta una versione in technicolor degli stessi concetti cinematografici di uomini ombrosi, Femme Fatales, sessualità oscura inespressa combinata con trame omicide e ambigue.

Dice “Volevo che questo lavoro fotografico digitale su supporti misti trascendesse i confini all’interno dell’arte, costringendo lo spettatore esigente a porre domande su ogni singolo pezzo, chiedendosi se l’opera d’arte fosse un dipinto, una fotografia o una transizione multimediale di entrambi. Mi propongo di porre forti questioni politiche e criminologiche all’interno della serie di opere stesse. Un esempio di queste opere d’arte radicalizzate prodotte come parte del collettivo di artisti bi-razziali “Influx” con il collega artista Dominic Abbey. Quest’opera, in particolare, è collocata singolarmente per riflettere l’esperienza tipicamente britannica del tumulto razziale, una società in preda al caos provocata dal dolore dell’ingiustizia razziale e influenzata di recente da eventi come l’omicidio di George Floyd e The Black Lives Matter movimento. Qui attingiamo a una tavolozza di colori ricca e vivida, che fornisce una rappresentazione combinata delle nostre radici britanniche, romaniche, africane e dell’India occidentale su una tela unita, unificata e, soprattutto, condivisa, due artisti britannici – che dipingono in una furia”.

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Curatrice e organizzatrice di Rassegne d’Arte e Cultura ed è presente permanentemente con le sue sedi espositive in 16 strutture luxury e business del Gruppo UNA (il più importante Gruppo hotelier italiano, facente parte del Gruppo Unipol) con cui ha stretto da diversi anni una consolidata partnership.
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